Il Codacons stila la classifica dei rincari del 2022. Analizzando, voce per voce, l’aumento medio di prezzi e tariffe registrato nel corso dell’anno, il podio spetta all’energia elettrica, salita del 110,4% rispetto al 2021, seguita dai biglietti aerei (internazionali ed europei) che crescono dell'85,9% e dal gas (+73,7%).

L’olio di semi è rincarato in media del 51,5%, il gasolio per riscaldamento del 38,4%, mentre la voce “altri carburanti” (Gpl, metano) si infiamma del 33,3 per cento.

Aumenti che si sono tradotti in un pesante aggravio per gli italiani. Considerata la spesa per consumi di un nucleo di 4 persone, il tasso di inflazione medio dell’8,1%, a parità di consumi, si è tradotto in una stangata da 3.018 euro (+698 euro solo per la spesa alimentare, +9,1%): per la voce “pane e cereali” una famiglia ha speso circa 144 euro in più rispetto al 2021 (+10,9%), +122,7 euro per la carne (+7,2%), +117,3 euro per la verdura (+11,8%). L’esborso per latte, formaggi e uova è salito in media di 94 euro a nucleo (+9,5%), mentre la frutta è rincarata di 43,6 euro.

Sensibili incrementi dei listini anche per bar, ristoranti e hotel, cresciuti del 6,3% con ricadute di +114 euro a famiglia.

Dall’ondata di rincari non si salvano nemmeno i mobili e i servizi per la casa (+83,1 euro a nucleo), i prodotti per animali domestici (+7%, +14,5 euro), fiori e piante (+7,3%, +9,5 euro).

«La guerra in Ucraina e il caro-energia hanno determinato rincari a cascata a danno degli italiani, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e modificando profondamente le abitudini dei cittadini – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. Un allarme che, purtroppo, non è cessato, e sembra destinato a perdurare anche nel 2023: già nelle prossime settimane potremmo assistere ad una nuova fiammata dei listini al dettaglio, come effetto delle maggiori accise scattate sui carburanti a gennaio, che rischiano di far lievitare i prezzi dei prodotti trasportati a partire dagli alimentari».