Aumenta la tazzina di caffè, uno degli indicatori più iconici dell’inflazione. A segnalarlo è Assoutenti che ha redatto una mappa del caro espresso nelle maggiori provincie italiane.

A livello nazionale la forbice, rispetto a un anno fa, è di circa 6 punti (+5,92 per la precisione), con un dato medio di 1,10 euro in confronto a 1,038 del 2021.

I prezzi più altri si osservano in Trentino-Alto Adige, dove i bar chiedono 1,25 euro a Trento e 1,24 a Bolzano. Difficile anche la situazione al bancone dei locali di Cuneo, dove la media si attesta a 1,24 euro.

La soglia, piuttosto simbolica, di 1 euro e 20, viene sfondata anche in alcuni centri urbani dell’Emilia-Romagna e, precisamente a Ferrara, Ravenna e Reggio, e in Veneto, nelle province di Rovigo e Venezia.

Il Sud sembra, al contrario, ben deciso a mantenere intatta la convenienza di uno dei prodotti più classici della propria tradizione, con un minino assoluto a Messina, 89 centesimi, seguita da Napoli, 90 centesimi, e poi da Reggio Calabria e Catanzaro, dove l’espresso costa 92 centesimi.

Si rileva pure che lo scostamento, fra la città più cara, Trento, e quella più economica, Messina, supera di poco i 40 punti.

All’interno della stessa città, infine, si osservano, spesso, notevoli rincari anno su anno: a Pescara +16%, Catanzaro +15%, Cosenza +13,6%, Alessandria +13,5%, Bari +12,8% e Cuneo, +12,7.

Fermi invece i prezzi a Biella, Lucca, Macerata, Napoli e Novara.