Numeri che lasciano stupefatti, quelli che ha snocciolato a Napoli Aldo Pettorino, presidente di Sisa Centro-Sud in occasione dei festeggiamenti dei 15 anni di Cedi Sisa Campania. La catena è riuscita a moltiplicare per tre, dal 2002 al 2012, il fatturato, per portarsi a quota 2.100 milioni. A queste cifre vanno sommate quelle del Cedi ora sugli 880 milioni, destinati a diventare in breve un miliardo. Il tutto con 517 punti di vendita, che ne fanno l’insegna di maggiore successo a livello meridionale, con una share del 14%, parecchio rispetto ai dati di nomi come Pac2000-Conad (9,6%), Auchan (6,6%) e Coop.

E non è tutto, se si pensa al piano di sviluppo che prevede in un triennio, altri 100 punti di vendita, più un cash & carry a Bari. Se da un lato Sisa ha giocato molto sulla prossimità, ossia sui format di massimo 400 mq, che sembrano avere successo in tutta Europa su un consumatore sempre meno disposto a recarsi in periferia per compare nelle grandissime superfici – anche perché l4’auto e la benzina costano parecchio – il gruppo guidato da Pettorino ha comunque confermato la propria eccellenza anche nel canale super, dove detiene uno schiacciante 18,7%. Diversa la situazione per gli iper, dove Sisa Centro Sud ha uno stiracchiato 5,5%, rispetto ai due leader, rispettivamente Auchan (33%) e Coop (22%). Ma questo è dovuto probabilmente al fatto che il gruppo non ha il proprio core business nelle grandissime superfici, che sono vissute più che altro dal management come un completamento dell’offerta commerciale.

Il morso della recessione si fa sentire, specialmente a Mezzogiorno, dove i distributori sono chiamati, come del resto accade in Italia a sfoltire il secco e la detergenza, per dare spazio ai freschi e agli alimenti per animali, segmenti che continuano invece a tirare forte, come continua a premiare il refurbishment dei punti di vendita a cui nessuna delle insegne si sottrae, perché oggi il consumatore vuole prezzi buoni, assortimento, ma anche punti di vendita all’avanguardia. Del resto le riaperture di solito determinano un brusco rialzo nel fatturato ed economie notevoli nei costi energetici e ambientali, e dunque si tratta più o meno sempre di un buon investimento.