“Bisogna insistere sulle liberalizzazioni” ha detto Giuseppe Brambilla di Civesio (nella foto), presidente dell’associazione che raccoglie 35mila imprese che producono il 4% della ricchezza nazionale e che non ha nascosto il malumore “per le posizioni di rendita che ancora distinguono molti settori dell’economia, mentre il largo consumo è da anni soggetto a una competizione che non dà tregua".

Gli ha dato man forte Tito Boeri, l’autorevole economista che da tempo pungola il sistema con le sue osservazioni: “Troppo scarsa nel nostro Paese l’occupazione femminile, mentre a troppi giovani è negata la possibilità di progettare il futuro privi come sono del minimo di sicurezze necessario per contrarre il mutuo per un’abitazione e mettere al mondo dei figli”.

Che questo è un paese per vecchi l’hanno sottolineato anche altri. Come Giuseppe De Rita, presidente del Censis, che invita a non trascurare, accanto agli effetti della crisi economica, la soggettività di tanti individui frastornati dall’enorme offerta di beni che spesso già possiedono: “Abbiamo case piene di troppe cose. Tre, quattro, cinque telefonini. Armadi stracolmi di abiti e così via”. Giusto, ma appunto anche tanti giovani senza prospettive e donne che, per lo scarso reddito di cui dispongono, sono restie ad aver figli senza i quali domani non ci saranno consumi. Da qui la proposta di Indicod-Ecr di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie a basso reddito, di rilanciare l’occupazione giovanile e di modernizzare la rete distributiva sul territorio.

Tra le iniziative suggerite da Boston consulting group per “tornare a crescere” un sussidio mensile per famiglie a basso reddito con almeno un figlio: “Incentrato sulla spesa in prodotti grocery”, ha specificato Lamberto Biscarini, partner della società di consulenza che spiega così la proposta: “Ogni famiglia con figli spende circa 100 euro al mese in più per il primo figlio e 60 per il secondo in prodotti grocery. Si tratta di una leva già adottata con successo negli Stati Uniti”. Le proposte avanzate da Indicod-Ecr potrebbero determinare benefici ai consumatori stimati in 23 miliardi di euro l’anno.

A.M.