di Luca Salomone

Si mantiene costante, nel nostro continente, la classifica dei Paesi vincitori nel mondo delle private label.

In testa la Svizzera, dove le Mdd presentano una quota di mercato del 57,6% sul grocery e l’alimentare fresco (51,9% in valore). Seguono il Belgio, con il 54,6% (ma 36,3% in valore) e la Gran Bretagna (50,4%). Subito dopo un pattuglione di nazioni nelle quali il peso delle Pl si situa su livelli importanti, ma comunque sotto i 50 punti, dal 49,9% della Spagna al 42,1 della Francia.

I dati emergono da ‘Plma’s 2022, international private label yearbook’ realizzato da NielsenIQ per Private label manufacturers association e reso disponibile subito dopo la rassegna World of private label, svoltasi a fine maggio ad Amsterdam.

Due le novità di questa edizione: i dati, che permettono un confronto nell’arco dell’ultimo triennio, sono stati normalizzati all’anno terminante a marzo, e sono dunque molto aggiornati; le vendite online delle grandi catene, quando presenti, sono state sommate a quelle offline.

Un’Europa più omogena

Se è vero che alcune nazioni svettano, si conferma anche il processo, in atto da diversi anni, di un netto assottigliarsi della forbice che, storicamente, divideva le nazioni top, quelle fortemente presidiate dalle Mdd (Uk, Confederazione elvetica, Paesi Nordoccidentali), da quelle a bassa penetrazione, fra le quali la nostra Italia, dove, nel 2021, la quota delle Pl ha toccato un rimarchevole 33,2% in volume (ribadendo le performance del 2019-2020) per un 26 per cento in valore.

Il consolidamento è, in fondo, la riprova dell’ottimo lavoro svolto dalla Gdo nostrana, che ha saputo accontentare un consumatore sempre alla ricerca di un ottimale equilibrio fra qualità e prezzo, ma anche dei vantaggi ottenuti, in termini di approvvigionamento e movimentazione, durante i momenti più critici del Covid.

Continuando nella graduatoria, si scopre che nessuna nazione, a parte la Turchia (sotto il 6% sia in volume, sia in valore), riporta incidenze di scarso peso. Si va dal 29,4% della Grecia al 23,8 della Norvegia.

Reparti in classifica

Per categoria i più gettonati, a livello continentale, sono, in linea di massima e con le debite eccezioni, i prodotti in carta, attestati su incidenze medie del 60%, i surgelati (dal 40 al 60 per cento) e il petfood, che, pur oscillando molto, viaggia intorno al 30-40 per cento.

Corrono i freschi, che non scendono quasi mai sotto un 40% in volume e in valore, per raggiungere il picco in Gran Bretagna dove la quota dei deperibili Mdd è oltre il 77% (sia in quantità sia in valore).

L’Italia non fa eccezione. Da noi, secondo l’annuario Plma, nell’alimentare vince decisamente il surgelato: 48,8 in volume e 40,3% in valore. Molto significativo il reparto deperibili, non certo su livelli inglesi – ma da noi i freschi sono diffusi in una pluralità di canali – e che, in ogni caso, tocca un 42,2% in volume e un 39,2% in valore.

Si conferma anche il successo di carta igienica, carta casa e fazzoletti, che ottengono il 48,2 dal lato dei volumi e il 38,5 in valore. Idem per il petfood, dove le Mdd sono leader di mercato (rispettivamente 41 e 32 per cento).

Al contrario le Pl scontano la competizione con i prodotti di marca nel mondo dell’igiene, bellezza e salute, dove, grosso modo, hanno ancora un peso leggero, del 10 per cento circa.

In sintesi, la ricerca ci restituisce l’immagine di un mercato europeo e italiano nel quale le Mdd stanno ulteriormente consolidando la propria leadership e concentrando le vendite su alcuni reparti chiave. Altri ‘panieri’ – come profumi e make-up - sono ancora da sviluppare, forse più difficili da aggredire o, più semplicemente, caratterizzati da volumi di domanda e rotazioni molto meno allettanti per la Gdo.