di Armando Brescia

Una linea di vini strategica nel canale Gdo. Non fosse altro che per il fatto di essere presente sul mercato da oltre trent’anni. Ora ulteriormente sostenuta e valorizzata dall’impegno (non nuovo) di Cavit sul fronte della sostenibilità. “Mastri Vernacoli”, 16 etichette Doc (7 rossi e 9 bianchi), non solo si fregia di presentare ai consumatori la migliore produzione del Trentino, con vitigni internazionali e autoctoni, ma si caratterizza per l’ottimo rapporto qualità-prezzo (indice di prezzo medio pari a 96 punti), e soprattutto per la leadership assoluta nel segmento di riferimento (vini Doc e Docg fino a 75 cl). Una supremazia sia a volume che a valore, ma anche in termini di distribuzione, con una ponderata che raggiunge l’83% (Fonte: Circana aprile 2023).

Una linea la cui immagine, a cominciare dall’etichetta, secondo le ultime ricerche di mercato effettuate da Cavit veniva percepita dai consumatori come “molto rassicurante, classica, sobria”. Unico “neo”, rispetto ai concorrenti: nessun cenno sull’etichetta all’impegno dell’azienda vinicola nell’ambito della sostenibilità. Cosa a cui si è posto ora rimedio intervenendo su un restyling delle etichette che ha colto l’occasione per mettere mano anche a un leggero maquillage del logo Cavit. Così, sulla già apprezzata etichetta della linea Mastri Vernacoli ha fatto la sua comparsa un discreto elemento grafico e testuale che recita “Coltiviamo la sostenibilità”, rafforzato da un qr code sul retro delle bottiglie che rimanda a un sito web dedicato a spiegare in dettaglio l’impegno di Cavit sui temi del rispetto ambientale e non solo.

Che vi fossero tutte le premesse per sottolineare l’impegno dell’azienda trentina su progetti sostenibili, del resto, era noto da tempo. A dimostrarlo, tra gli altri, il progetto Pica (Piattaforma Integrata Cartografica Agriviticola), avviato nel 2010 per «aiutare i viticoltori nella scelta dei vitigni più adatti a ogni terreno, così come nei trattamenti più mirati alle reali necessità». Uno studio intrapreso in collaborazione con MPA Solutions e i centri di ricerca di eccellenza del Trentino, Fondazione Edmund Mach e Fondazione Bruno Kessler, volto a valorizzare al massimo il potenziale qualitativo di ogni vigna coltivata nei territori delle cantine sociali aderenti a Cavit.

Il progetto Pica, infatti, definisce anzitutto la scelta dei vitigni ideali in base ai parametri tecnico ambientali del territorio e prevede poi la realizzazione di un sistema d’avanguardia per permettere agli agronomi delle cantine e agli enologi di ricevere informazioni specifiche per ogni vigneto, relative alle diverse fasi di cura delle viti. «Così facendo - dichiara l’azienda - si punta a orientare il viticoltore e la gestione “ambiente-paesaggio-territorio” in un’ottica di sostenibilità totale, che tenga in debita considerazione gli aspetti ecologici, sociali ed economici».

Grazie a questo intervento sulle etichette Cavit punta a consolidare ulteriormente la leadership della linea Mastri Vernacoli. Attualmente, su 16 etichette la metà si colloca nella top 3 delle referenze più vendute nel vitigno di riferimento, non solo tra i vitigni autoctoni ma anche tra quelli internazionali, come per esempio il Pinot nero, leader assoluto nello specifico segmento di mercato, così come in altri tre vitigni.

Dopo un 2022 “resiliente” da parte della domanda in rapporto agli aumenti di prezzo, il primo quadrimestre 2023 - fa sapere l’azienda - risulta piuttosto sfidante nel mercato del vino. I prezzi sono aumentati ulteriormente, la domanda è calata (anche per la ripresa del canale horeca) e il valore cresce poco. «Mastri Vernacoli, tuttavia, non segue questo trend: a fronte di una fisiologica crescita del valore tiene sul fronte dei volumi. E questo sia per la forza del brand che abbiamo, ma anche perché siamo riusciti a contenere di più gli aumenti dei prezzi rispetto alla media della categoria: una precisa scelta aziendale per mantenere la promessa di eccellente rapporto qualità-prezzo della linea».

Fondata nel 1950 la casa vinicola trentina Cavit raggruppa oggi 11 cantine sociali riunite in cooperativa, per un totale di 5.250 viticoltori presenti sul territorio ed è forte di una copertura, rispetto all’area vitata trentina, che raggiunge il 60%. Nell’ultimo bilancio consolidato del gruppo (esercizio 2021-2022) Cavit ha dichiarato un giro d’affari di 264,8 milioni di euro.