di Claudia Scorza

Fameccanica – gruppo internazionale specializzato in factory automation e da giugno 2022 di proprietà di Angelini Industries – lancia il progetto Greenpackt, in grado di coniugare tecnologia e ambiente per rendere l'industria del packaging sostenibile al 100%. Il progetto Greenpackt consente di industrializzare e automatizzare la produzione di confezioni sostenibili per detersivi monodose, lavorando al contempo su macchina e packaging.

Per il lancio di Greenpackt, Fameccanica ha, in questa prima fase, progettato due macchine, una per la produzione di scatole a partire da un foglio di cartone già personalizzato e l’altra per realizzare formati stand-up pouch, buste richiudibili tramite zip, composte da carta accoppiata a polimeri idrosolubili (innocui per l’ambiente) o carta accoppiata a biopolimeri compostabili.

Entrambe le confezioni hanno dimensioni compatte, assicurano un’elevata protezione dall’umidità e vantano un sistema di apertura “child-proof”, con un meccanismo di chiusura sicuro, che ha superato i test della normativa Aise, garantendo così la massima sicurezza per i più piccoli.

«Oggi con Greenpackt ci posizioniamo come precursori nel proporre un sistema brevettato, una soluzione integrata macchina-prodotto, che coinvolge l’intera supply chain, dalla selezione delle materie prime alla loro lavorazione», dichiara Alessandro Bulfon, ceo di Fameccanica. «Greenpackt apre una porta sul futuro di un mercato strategico, non ancora presidiato, offrendo opportunità più ecologiche, etiche e sostenibili. Attraverso questa nuova tecnologia e grazie al nostro know-how, abbiamo saputo rispondere a una importante domanda di mercato, come confermano le trattative, già oggi in essere, con i principali operatori e player, italiani e internazionali».

Fameccanica si è posta l’obiettivo di rispondere alla sempre più significativa richiesta da parte dei consumatori di poter utilizzare confezioni sostenibili e, con Greenpackt, ha sviluppato una soluzione a partire da un materiale povero, ma green – come il cartone riciclato – che ha funzionalità simili a quelle dell’omologa confezione tradizionale, ma dall’impatto ecologico molto ridotto. Infatti, se per una confezione tradizionale in Pp – contenente 15 monodosi e pesante 57 g – si stima una carbon footprint di 178.6g Co2eq, per una confezione Greenpackt – contenente 20 monodosi e pesante 58,7 g – la carbon footprint si ferma a 83.4g Co2eq, ben il 53% in meno.

Questo vuol dire che se si sostituisse ogni nuova confezione prodotta in maniera tradizionale con una del progetto Greenpackt, si genererebbe una quantità di ossigeno pari a quella di 4 milioni di giovani alberi piantati ogni anno o, in alternativa, sotto il profilo energetico, si potrebbe soddisfare il fabbisogno annuo di quasi 70mila famiglie italiane.

La decisione di utilizzare materiali riciclabili o biodegradabili per il sistema Greenpackt nasce anche dalla volontà di dare un contributo effettivo alla lotta contro l’inquinamento da plastica: attualmente, a livello globale, solo il 9% della plastica prodotta è riciclata, mentre almeno il 22% inquina gli ambienti terrestri e marini contaminandone le risorse. Si stima che, ad oggi, ben 12 milioni di tonnellate di plastica si riversano in mare ogni anno. Le confezioni per monodosi contribuiscono a questo con l’immissione annua sul mercato di 416 milioni di unità, pari a 31.200 tonnellate e con un impatto ambientale di circa 97mila tonnellate di Co2 equivalente.