Aziende sempre più nelle nuvole, almeno per quanto riguarda l'Ict: il 2011 è stato infatti l'anno del cloud computing, un nuovo modello che permette di portare sul web parecchie applicazioni, anche critiche. Basti pensare a Sap, che sta spingendo per l'adozione di questa soluzione nel campo del Crm.

Ma chi forse sta realizzando la piattaforma più interessante è Google Enterprise, con il suo "Google Apps for business". In pratica con un semplice account GMail, e pagando una licenza davvero modesta, ossia di 40 euro l'anno per utente, si hanno a disposizione in un solo "luogo telematico" posta elettronica, videoscrittura, presentazioni, fogli elettronici, presentazioni, gestione agenda, creazione di mailing list, siti e video ecc.. Un pacchetto di apps, che prevede alti livelli di condivisione con i colleghi per ottimizzare il lavoro di gruppo. Il tutto garantito da protocolli di sicurezza a prova di hacker, protocolli che possono addirittura essere rafforzati con l'adozione di una chiave generatrice di codici casuali, simile a quelle adottate per la gestione dei conti correnti on line. Comunque fino a oggi, nonostante l'elevato numero di utilizzatori, il sistema non è mai stato violato.

Luca Giuratrabocchetta, country manager di Google enterprise Italia, ci spiega: "Il bello di questa piattaforma è che essa gira totalmente su web, e dunque è indipendente dal device che si utilizza, e dal sistema operativo". Detto in parole povere si può lavorare da ogni luogo, con qualsiasi sistema operativo e con ogni tipo di client: computer, tablet pc, smartphone (772 milioni di esemplari nel mondo), o il nuovissimo Chromebook, un net pc addirittura privo di hard disk, che vive di vita propria sulla rete.

Attualmente Google Apps for business ha 4 milioni di clienti nel mondo, di cui 1 milione in Europa, attivi in tutti i settori: telecomunicazioni, informatica, credito, industria, pubblica amministrazione e via citando. Ma il comparto che si sta dimostrando più ricettivo è, guarda caso, il retail. Anche perché la soluzione ha notevoli risvolti nei campi del geomarketing e della geolocalizzazione della concorrenza o della propria rete tramite Google Earth e Google Maps. Nella sola Italia le aziende che si avvalgono di questa piattaforma assommano a diverse centinaia.

Insomma le vecchie architetture client server se ne andranno in pensione? "Oggi si sa che l'età pensionabile non è più una certezza - scherza Giuratrabocchetta -, comunque direi di no. Semplicemente le aziende stanno mettendo su cloud tutto quello che possono, in quanto il cloud è sempre up to date. Non serve installare l'ultima release perché il sistema si autoaggiorna, e in quanto il cloud è sicuro, integrato con soluzioni di firewall, antivirus, antispam". Molti certo vorranno tenere in locale dati inerenti, per esempio, alla contabilità, ma il salto sulla nuvola è quasi inevitabile, dati gli elevati livelli di risparmio. Solo sulla gestione della posta elettronica il cost saving è valutato intorno al 60%. E infine bisogna pensare a quante licenze software si acquistano in un'impresa, licenze che praticamente finirebbero in molti casi per sparire.

Prima di concludere vale la pena di citare una case history tratta proprio dal mondo della distribuzione, ossia quella del Gruppo Pianoforte Holding - cui fanno capo i brand Yamamay, Carpisa e Jaked (1200 negozi in totale) - che ha molte idee per sfruttare al massimo il potenziale del cloud computing, come spiega il Cio Paolo Tha: “La struttura tipica dei brand del retail – fatta di una rete di negozi di proprietà e in franchising distribuita sul territorio - si sposa in modo straordinario con la proposta cloud 100% Web di Google. Nel punto vendita, infatti, non è presente personale IT e vi è la necessità di veicolare rapidamente informazioni e indicazioni a supporto di promozioni, allestimenti, nuove collezioni. I 25 gigabyte della versione business di Gmail, uniti a servizi come Google Sites e Google Docs per la creazione e condivisione nella nuvola di mini-siti e documenti di vario tipo ci sono parsi la soluzione più ricca di potenziale”.

La scelta di Yamamay è innovativa anche dal punto di vista delle modalità dell’adozione, che andranno oltre la pura posta per arrivare a realizzare vere e proprie applicazioni nella nuvola a supporto del business quotidiano, a segnare un trend che sta caratterizzando l’ingresso del cloud computing nella sua fase di maturità.

Yamamay sta infatti sperimentando l’integrazione di Google Sites (il servizio per la creazioni di siti e intranet di Google Apps) e di Google Maps versione Business con processi aziendali residenti su piattaforme tradizionali al fine di creare soluzioni che consentiranno, per esempio, di seguire in tempo reale l’andamento delle vendite presso i negozi o di gestire il ciclo di vita delle collezioni. Yamamay sta inoltre valutando l’adozione dei Chromebook basati sul sistema operativo 100% Web Chrome di Google e forniti con formule ad abbonamento (Hardware as a Service) come dispositivi primari per i punti vendita (che, tipicamente, non sono dotati di PC) e per il personale itinerante.

Altri brand del retail saliti sulla nuvola di Google sono Salmoiraghi & Viganò, che nel corso dell’anno ha completato la migrazione a Google Apps di circa 500 negozi (di proprietà e in franchising) e della sede centrale (per un totale di 700 account attivati, con disponibilità di connettore per l’uso in mobilità su 70 dispositivi Blackberry di dirigenti e area manager), e il brand di abbigliamento femminile AnnaRitaN (Borg Spa), che ha scelto Google soprattutto per la possibilità di rendere disponibili le Google Apps in mobilità su dispositivi diversi alla rete di agenti multimandatari esterni al dominio aziendale. Si aggiungono a marchi quali Nomination (gioielli), Roberto Cavalli e Preca Brummel (abbigliamento bambino), che già da tempo usano Google Apps.