Nel periodo gennaio-marzo 2013 – secondo quanto emerge dal Rapporto Ismea -  l’indice dei prezzi alla produzione di latte e derivati ha fatto segnare una lieve crescita su base congiunturale, mantenendo però una tendenza negativa su base annua (-4,3%), in linea con l’andamento registrato dalla scorsa primavera. Un andamento determinato soprattutto dal calo delle quotazioni dei formaggi duri (-6,6% rispetto al I trimestre 2012) e dal trend altrettanto negativo del prezzo del latte alla stalla (-3,1%).

Segnali molto positivi provengono invece dai dati relativi alle esportazioni. L’ottima perfomance dell’export di formaggi e latticini made in Italy nel 2012 (+7% a volume e +3,5% a valore)  lascia infatti presupporre un andamento sostenuto anche nel 2013, in previsione di sviluppi positivi soprattutto nel segmento dei freschi. Un’ulteriore opportunità sarà offerta dai Paesi emergenti, tanto i cosiddetti MIST (Messico, Indonesia, Corea del Sud e Turchia) quanto i più noti BRIC (Brasile, Russia, India, Cina).

Relativamente ai consumi delle famiglie italiane, nei primi tre mesi del 2013 gli acquisti di latte e derivati presso il canale retail risultano in leggera ripresa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si riduce invece la spesa, a fronte di un rallentamento dei prezzi medi al consumo e di un maggiore orientamento verso i prodotti di fascia inferiore o in promozione.

Frenano, in particolare, i consumi di latte fresco (-3,6% nelle quantità), mentre crescono le vendite del prodotto a lunga conservazione (+3,6%). Lo yogurt continua a presentare ritmi di crescita sostenuti (+5,7%), mostrando però una flessione in termini di spesa (-4,6%), per effetto anche di una più agguerrita competizione sul prezzo tra marchi aziendali, nazionali ed esteri, e private label. Consumi in crescita, infine, per i formaggi (+2,1%), anche se con andamenti molto differenziati tra i diversi segmenti merceologici.