Un inizio d’anno effervescente per Cso Italy, il Centro Servizi Ortofrutticoli presenta tutti i numeri dell’ortofrutta italiana, le tendenze e le prospettive di crescita.

I consumi di ortofrutta e i principali indicatori economici del settore evidenziano una ripresa degli acquisti di ortofrutta (+2%) da gennaio a novembre 2016 rispetto al pari periodo 2015, ma la crescita non compensa certamente il calo drammatico di acquisti dal 2000 al 2013 quando sono scesi da 9,5 a 7,6 milioni di tonnellate con un calo del 20%. Oggi gli acquisti di ortofrutta si attestano su 8,1 milioni di tonnellate di cui 4,5 milioni di tonnellate di frutta e agrumi e 4,7 di verdura e ortaggi.

Crescono i consumi dei prodotti ad alto contenuto di innovazione (top performer: radicchi, insalate, mele, fragole, nettarine, meloni). Dal 2000 al 2015 crescono del 44% i volumi di acquisto totali della GDO, cala il dettaglio tradizionale e crescono del 35% i volumi di acquisto su canali diversi (gas, farmer market, e commerce, ecc).

Le famiglie che acquistano più ortofrutta sono i single (261 kg/anno) e i bicomponenti (193 Kg/anno pro-capite). Sul fronte delle esportazioni la crescita è costante con un +9% dal 2005 al 2015. Oggi l’Italia esporta 3,8 milioni di tonnellate di ortofrutta.

L’import si ferma invece a 2,9 milioni di tonnellate, peraltro segnando nei primi 9 mesi del 2016 un calo del 7% sullo stesso periodo del 2015. Questo assicura il risultato positivo della bilancia commerciale.

“Sul fronte produttivo – dichiara Elisa Macchi – Direttore di CSO Italy - l’annata si prospetta senz’altro migliore della precedente sia per le pere che per il kiwi grazie ad una offerta meno consistente ed una qualità dei prodotti ottimale, ma quello che mi preme sottolineare in questo contesto di visione più complessiva del settore, è l’importanza della qualità dei dati e dell’informazione che ne deriva. Abbiamo urgente necessità, come settore, di informazioni corrette per elaborare strategie. Il CSO possiede una base documentale unica in Italia supportata dalle informazioni dei Soci. Questo patrimonio di conoscenza è strategico e fondamentale per individuare la strada della crescita e non dobbiamo disperderlo”.