Netcomm ridimensiona le stime , troppo ottimistiche, fatte da Kelkoo sul commercio elettronico.

Partiamo dall’Italia e dalle stime dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm- School of Management Politecnico di Milano sul mercato italiano. Il valore delle vendite da siti italiani verso consumatori sia italiani che stranieri si attesta nel 2010 a 6,5 miliardi di euro. Se si considera invece il valore acquistato da italiani su siti italiani o stranieri il valore si attesta nell’intorno dei 7,8 miliardi di euro. Nella stima sono incluse le vendite di prodotti (Informatica ed elettronica di consumo, Abbigliamento, Editoria, musica ed audiovisivi, Grocery, e settori minori) e servizi (Turismo – inteso come biglietti per i trasporti, prenotazione di hotel, pacchetti viaggio – assicurazioni RC auto, biglietti per eventi, ricariche telefoniche). Due terzi circa del mercato sono riconducibili ai servizi, un terzo ai comparti di prodotto. Il tasso di penetrazione dell’eCommerce sul totale vendite retail è di poco superiore all’1%.

Veniamo ora alla ricerca di Kelkoo. La stima del valore dell’eCommerce B2c in Italia per il 2010 è dichiarato pari a 10,25 miliardi di euro (oltre il 30% in più rispetto alle stime Politecnico sull’acquistato da italiani e oltre il 50% in più nel caso del venduto da siti italiani), pari ad un tasso di penetrazione sul totale retail di 3,3%. Ecco gli elementi fanno dubitare Netcomm dell’accuratezza dello studio. Leggendo la nota metodologica della ricerca Kelkoo si dice in maniera chiara che “il report analizza la spesa del comparto retail (come definito nel nuovo standard) ed esclude la spesa online per biglietti,  viaggi, auto, carburanti, pornografia, assicurazioni e servizi finanziari.” Escludendo il Turismo (biglietti e viaggi) e assicurazioni, il valore fornito da Kelkoo dovrebbe essere radicalmente più basso (nell’ordine dei 2 – 2,5 miliardi di euro) e non certo 10 miliardi di euro, valore oggettivamente esagerato e al di là di qualsiasi più rosea previsione.

Sempre nella nota metodologica (nella frase precedente a quella appena citata), però, viene detto che “la definizione (di eCommerce) utilizzata tiene conto ed è coerente con il nuovo Standard di misurazione globale dell’e-commerce (Global eCommerce Measurement Standard), concordato nel 2010.” Questo standard include il turismo e la vendita di biglietti. Netcomm si chiede allora quale sia la definizione realmente adottata (questa o quella per cui turismo e biglietti sono esclusi?!?), poiché dalla nota metodologica non è assolutamente chiaro.

Lo studio sembra essere commissionato da Kelkoo al “Centre for Retail Research” di Nottingham. Andando sul sito di questo istituto di ricerca si evince che il tasso di penetrazione del commercio elettronico in Italia è nel 2009 pari allo 0,8% coerente con l’1% stimato dal Politecnico e Netcomm nel 2010 e assolutamente incoerente con il dato diffuso da Kelkoo pari al 3,3%.

Considerando i principali mercati europei, i risultati riportati dallo studio Kelkoo sembrano incoerenti con quelli forniti da Forrester ed eMarketer, le due società di ricerca di mercato che hanno seguito il fenomeno dell’eCommerce dai suoi albori. Secondo lo studio Kelkoo il valore dell’eCommerce in Europa sarebbe pari nel 2010 a 172 miliardi di euro, il 30% in più rispetto ai circa 130 miliardi di euro ipotizzati dalle due società di ricerca sopra citate.

 "Dalla ricerca di Kelkoo - ha concluso Roberto Liscia, Presidente di Netcomm - Consorzio del Commercio elettronico Italiano - emerge che gli italiani comprano online il 32% in più di tedeschi e svedesi. Gli inglesi poi che comprano online il doppio rispetto ai nostri connazionali, secondo questa analisi comprerebbero solo il 29% in più.  Questi dati non corrispondono alle stime che noi rileviamo da anni e neppure a quelle internazionali di Forrester e di altri Istituti di ricerca. Ci chiediamo quindi quale sia la base metodologica e invitiamo Kelkoo a collaborare con le nostre analisi in modo da condividere una metodologia univoca, unendosi a noi nelle ricerche che facciamo su  questo settore da oltre 10 anni, praticamente dalla sua nascita nel nostro Paese."