È stato presentato a Milano l’Osservatorio Acquisti CartaSi . Basato sull’elaborazione della miriade di utilizzi della tessera di plastica da 0,65 grammi, considerata “il più completo strumento di rilevazione sulla spesa degli italiani, in grado di monitorare le dinamiche di acquisto registrando caratteristiche, preferenze e comportamenti del consumatore”, l’Osservatorio offre una forte tempestività e trasversalità nel fornire le informazioni.

Lo Stato maggiore di CartaSi - il presidente Michele Stacca e l’amministratore delegato Natale Capone - hanno sottolineato sia la leggera ripresa dei consumi avvenuta nel 2010 (+2% sul 2009), con tecnologia, viaggi e servizi in pole position, sia le turbolenze internazionali di marzo che l’hanno raffreddata nel primo trimestre 2011.

“Cartasi, che è leader nel mercato di riferimento con 6,5 milioni di carte di credito emesse in Italia - ha precisato Capone - intende valorizzare il suo patrimonio di dati mettendolo a disposizione della business community, delle banche clienti, della pubblica amministrazione, dei media e degli stessi consumatori il cui comportamento è seguito con la massima discrezione e protetto secondo i più elevati standard di sicurezza”.

“Tolte da un lato le spese minori, come quelle effettuate al bar o in edicola, e dall’altro quelle di importo più alto, come l’automobile, per i limiti di spesa stabiliti, con Cartasi si può acquistare di tutto e contribuiscono a dimostrarlo il milione e 800mila transazioni al giorno, tutti i giorni dell’anno, in 600mila punti vendita”, ha aggiunto Barbara Cossetto, responsabile delle relazioni istituzionali. “La si è utilizzata un po’ meno nei supermercati e un po’ di più nei discount - secondo Francesco Pallavicino, responsabile marketing di CartaSi - con una crescita vistosa in servizi (+9,1%), informatica (6,9%), viaggi e trasporti (6,9%) e alimentari (+1,5%), mentre hanno perso abbigliamento e calzature (-2,3%)”.

“La maggioranza dei cittadini si sente ancora in crisi - è l’interpretazione di Enrico Finzi, il sociologo dei consumi presente all’iniziativa - ma non tragica; si galleggia. A parte però un gruppo non trascurabile di famiglie monoreddito, prevalentemente meridionali, che se la vedono davvero brutta quando chi lo percepisce perde il lavoro”.
E il sentiment del Paese? Ancora Finzi: “Preoccupato e nevrotizzato. È vero che il 51% dei consumatori guarda positivamente al futuro, ma è anche vero che un anno fa questa percentuale era sensibilmente più alta. Le ricerche di Finzi rivelano che il 30% dei 18-70enni che valgono il 51% dei consumi percepisce l’arrivo della ripresa, ma il 55% che vale il 35% dei consumi la pensa in maniera opposta ed è questo gruppo di dimensioni ragguardevoli che può fungere da zavorra per un effettivo rilancio. “Anche perché - ha sottolineato Oscar Giannino, l’opinionista invitato da CartaSi - le imprese fortemente orientate all’export che finora hanno retto bene, anzi più delle attese, non possono da sole risollevare le sorti dell’economia italiana. Per questo è necessario che decollino i consumi”.

E a proposito di decollo dei consumi, che ne pensa CartaSi delle proposta circolante di riforma fiscale avanzata da Confindustria e osteggiata da Confcommercio che mira a ridurre il prelievo sulle persone fisiche per spostarlo appunto sui consumi con l’obiettivo dichiarato di colpire l’evasione? “Non siamo contrari in linea di principio - ha detto a Distribuzione Moderna Capone - in quanto ogni provvedimento mirato ad aumentare la capacità di spesa dei consumatori sarebbe da noi ben visto”. Certo, tutto sta a vedere come si concretizzerà la riforma, perché se da un lato è vero che chi acquista uno yacht, eludendo o evadendo, non lo fa con una carta di credito, è vero invece che le spese per viaggi e turismo passano spesso attraverso la “monetica” e anche a queste si accenna quando si parla di aumentare l’Iva su beni e servizi.

Merita infine una citazione l’insolita location scelta da CartaSi per presentare l’Osservatorio Acquisti: Villa Necchi-Campiglio , nel pieno centro di Milano, dimora alto borghese degli anni ’30 del secolo scorso. Donata al Fai, che la gestisce come un Museo, è un vero gioiello dell’architettura nazionale che ricorda i tempi d’oro della trasformazione industriale.

A.M.