Il 2013 è stato il terzo anno critico per i produttori di salumi. Il settore, come il resto del comparto alimentare, nonostante le connaturate doti anticicliche, ha continuato a mostrare una notevole debolezza legato alla stagnazione dei consumi e alla scarsa fiducia delle famiglie nel futuro. In un clima difficile, deteriorato dal prolungarsi della crisi, gli alti costi della materia prima e il rallentamento degli scambi hanno ulteriormente indebolito il settore.

La produzione di salumi, dopo un 2012 difficile, ha registrato nel 2013 una lieve flessione, scendendo a 1,179 milioni di tonnellate dalle 1,197 milioni dei dodici mesi precedenti (-1,5%). Sulla scia della produzione anche il fatturato ha registrato un cedimento, scendendo a  7.943 milioni di euro (-0,5%). Un andamento che rispecchia il contenuto aumento dei prezzi.

Nonostante la contrazione della produzione, prosciutto crudo e cotto, prodotti leader del settore, rimangono stabili al 48,8% in quantità e al 52,4% in valore. Ma analogamente a quanto accaduto nel 2012, anche nel 2013 entrambi hanno evidenziato rispetto all’anno precedente una flessione: più sostenuta i prosciutti crudi, più lieve i prosciutti cotti. La produzione di prosciutti crudi è infatti scesa a 291.300 ton (-1,9%), mentre quella di prosciutti cotti si è fermata a 283.800 ton (-0,9%). Diversi gli andamenti in termini di valore, con il prosciutto crudo che ha registrato ancora una flessione (-0,9% per 2.223 milioni di euro),  e il prosciutto cotto sostanzialmente stabile (+0,2% per 1.943 milioni di euro).

Ancora in calo sono risultate anche le quantità prodotte di mortadella, attestatesi sulle 170.800 ton (-2%) per un valore di 675 milioni di euro (-1,1%).  Risultato positivo, invece, per i wurstel che hanno tagliato il traguardo delle 69.900 ton (+1%) per un valore di circa 245 milioni di euro (+1,1%), favoriti ancora una volta dal fattore prezzo e dalla dinamica domanda estera, soprattutto proveniente dall’est Europa.

Trend negativo anche per la produzione di speck, scesa a 29.000 ton (-1,8%) per un valore di 294 milioni di euro (-1%) e per quella di salame fermatasi a 109.000 ton (-1,8%) per un valore di 926 milioni di euro (-1%). Dopo il buon 2012 hanno registrato una flessione anche le produzioni di pancetta (-3% per 52.200 ton e -2,8% in valore per 241 milioni di euro) e coppa (-2% per 42.000 ton e -0,2% in valore per 321 milioni di euro). Fondamentali per questi prodotti, soprattutto le pancette, è stata la caduta dell’export. L’anno, infine, non ha risparmiato neppure bresaola, tornata a mostrare un andamento cedente in quantità (-1,3% per 15.700 ton) ma ancora un progresso in valore (+0,7% per un valore di 259 milioni di euro).