di Luca Salomone

Alla fine, ce l’ha fatta Daniel Kretinsky, il multimiliardario ceco da 9 bilioni di euro, a conquistare gruppo Casino, del quale era già azionista al 10 per cento.

Una poltrona per tre

A condurre l’operazione è la sua società di acquisizioni praghese, Ep global commerce (Epgc), in compagnia di Fimalac, holding finanziaria fondata e controllata al cento per cento da un altro paperone, il nizzardo Marc Ladreit de Lacharrière e con l’appoggio del fondo internazionale Attestor capital, tre soggetti che hanno dato vita a quello che è stato battezzato, per brevità, ‘Il Consorzio’.

Questo anche perché dagli offerenti, ormai rimasti in due, si è sfilata, a metà luglio, 3F Holding, società ad hoc e cordata composta dagli imprenditori e uomini d’affari Xavier Niel, Matthieu Pigasse e Moez-Alexandre Zouari.

Ma la vera e propria acquisizione si concluderà, nella più ottimistica delle ipotesi, solo nel 2024.

Nel frattempo, Casino, che ha chiuso una semestrale 2023 molto dura, segnata da un aumento della perdita netta fino a 2,23 miliardi di euro, e da un calo del fatturato, fra aprile e giugno dell’1,2 per cento, che diventa un -4,2% (a pari perimetro) in Francia, ha siglato un preliminare di accordo con il Consorzio, per tenere a bada i creditori e cominciare a mettere mano a un debito che, nel tempo, si è trasformato in una voragine da 6,4 miliardi di euro.

L'accollo del debito

Interpretando i soliti arzigogoli linguistici, tipici di questi casi, emerge che 4,7 miliardi saranno convertiti in azioni, mentre nelle casse del gruppo francese entreranno investimenti per 1,2 miliardi di euro, in larga parte (circa 1 miliardo) versati da Kretinsky e soci.

Il tutto da finalizzare entro il primo trimestre dell’anno prossimo.

L’accordo è vincolante ed è prevista l’uscita di Rallye, la holding di controllo, e dunque del principale azionista Jean Charles Naouri.

Alla fine, il Consorzio si ritroverà con una quota del 53 per cento.

Ma cosa ha portato un gruppo storico, sul mercato dal 1960 e con un giro d’affari (2022) di 33,6 miliardi di euro, per giunta ancora in crescita, a una simile débâcle? La risposta non è semplice.

Le ragioni di un crack

Secondo un’analisi del Journal du dimanche, negli ultimi 4 anni la costellazione Casino (comprendente, fra l’altro, Monoprix, Franprix e Cdiscount) ha visto abbassarsi la propria quota di mercato dall’11 al 6 per cento (maggio 2023), accentuando la forbice con i concorrenti e specialmente verso i due leader, Carrefour e Intermarché, entrambi piazzati, oggi, sopra il 20 per cento.

Inoltre, su una tendenza già negativa, si sono innestati, come altrettanti colpi di grazia, il Covid, la guerra in Ucraina, i rincari delle materie prime e delle fonti energetiche e una pesante inflazione, a cui il gruppo ha dato una risposta non tempestiva in fatto di sconti, promozioni e altro.

Ciliegina sulla torta: lo stesso Naouri, che è anche presidente e direttore generale di gruppo Casino, è finito sotto accusa ed è ora sottoposto a indagini preliminari, dirette ad accertare se effettivamente abbia commesso ciò che gli si attribuisce, ovvero infrazioni borsistiche tendenti a manipolare il corso dei titoli Casino e insider trading.