Metro, che nel luglio scorso ha acquistato da Wal-Mart 85 ipermercati, ha deciso di entrare in concorrenza di prezzo con i retail nazionali del discount, ritoccando i prezzi, l'assortimento e i costi e rafforzando la pubblicità sui prodotti freschi dei suoi 300 ipermercati Real.

Questi ipermercati avevano perso la battaglia contro le catene discount del paese a causa dei costi più elevati, restringendo in questo modo i loro margini operativi. E' vero che questi ultimi sono stati compensati dall'aumento dei prezzi dei prodotti di marca, ma l'operazione ha abbassato l'immagine concorrenziale presso i consumatori.

Da qui la decisione di Metro di abbassare i prezzi dei prodotti di base fino a raggiungere il livello di quelli dei discount e di sfruttare nei contratti con i fornitori l'aumentato potere d'acquisto raggiunto grazie agli ipermercati recentemente acquisiti.

Sotto l'aspetto del bilancio, nel secondo trimestre di quest'anno l'utile netto di Metro ha fatto un salto del +88% (fino ad arrivare a 262,4 milioni di euro), dovuto soprattutto alle vendite all'estero, che hanno presentato un aumento del 7,9% (in questo modo la catena tedesca realizza all'estero, sempre nel secondo semestre, il 56,2% del suo giro d'affari, contro il 53,7% dello stesso periodo dell'anno scorso).