I consumatori premiano il mercato delle conserve ittiche che registra un + 3% a valore nel primo semestre del 2012.

Il buon andamento del mercato del tonno in scatola è rafforzato dai dati positivi di Nostromo, azienda del gruppo spagnolo Calvo, che registra un aumento di fatturato al 31 luglio del 4,6% (rispetto a luglio 2011) con ricavi ammontati a 75,6 milioni di euro. Un atteggiamento di fedeltà nei confronti della marca la quale ha saputo costantemente innovarsi, investendo nella ricerca e nella realizzazione di nuovi prodotti.

«Il 2012 è un anno non facile, ma stiamo crescendo e allo stesso tempo cercando di contenere i costi delle materie prime - commenta il direttore generale di Nostromo, Roberto Sassoni – lavorando sui processi di produzione industriali, con l’obiettivo di trasferirne l’impatto solo in minima parte sul prezzo del prodotto e soddisfare così i consumatori in questo momento delicato per i bilanci delle famiglie. Le promozioni, inoltre, accompagnano sempre i nostri prodotti».

Nostromo, che copre circa il 10% del mercato delle conserve ittiche, dal 1993 è proprietà della famiglia Calvo, fondatrice del Gruppo Calvo, una grande realtà che conta 3.000 dipendenti, 4 stabilimenti produttivi e una flotta di proprietà.

Secondo Ancit, Associazione nazionale dei conservieri ittici e delle tonnare, il 2011 è stato particolarmente favorevole per lo scatolame a base tonno, con un aumento notevole della produzione (+4,6%) e dei consumi (+6%). La crisi non ha avuto alcuna incidenza sul prodotto che vanta una penetrazione del 96% grazie ai numerosi benefit: nessuna necessità di preparazione, conservazione per tempi molto lunghi, gusto, convenienza, elevato potere nutritivo, ma con tutti i vantaggi del pesce.

Il mercato ha sfiorato 1.100 milioni di euro, per una produzione di 68.000 tonnellate e consumi di 141.000, il che significa che anche l’import è molto vivace (87.600 tonnellate circa), coprendo circa il 60% della domanda. Il dato pro capite degli italiani si attesta su 2,3 chilogrammi. Buone notizie anche sul versante dell’export (circa 15.000 tonnellate, in crescita di oltre il 9%). L’Italia è il secondo produttore in Europa, dopo la Spagna e uno dei primi Paesi consumatori nel mondo.