di Luca Salomone

Il 22 aprile 2021 Action entra in Italia a partire dai dintorni dalla cintura di Milano (a Vanzaghello) e da Torino città. La cosa fa molto effetto, visto che la catena di discount non food olandese è un colosso da 6,8 milioni di euro di fatturato ed è molto conosciuta e apprezzata in Europa. Nel Continente il marchio presidia così dieci Paesi con una rete di oltre 2.000 punti vendita, tutti di proprietà: in Francia, Belgio, Lussemburgo, Germania, Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Spagna, oltre ai nativi Paesi Bassi. I prodotti trattati dai Pdv, compresi fra 700 e 900 mq, sono davvero tantissimi per un totale di 14 merceologie e 6.000 referenze: dallo sport alla cancelleria, dai complementi d’arredo al giardinaggio, dagli articoli per animali ai giocattoli, passando per la tecnologia, il brico, l’igiene domestica, il food… E ora l’insegna festeggia traguardi significativi, come ci racconta il Direttore generale di Action Italia, Philippe Levisse.

Perché è festa da Action?

Perché celebriamo tre tappe: il primo anno – anzi ormai i 14 mesi - in Italia, i primi 10 punti vendita, il 7 luglio diventati 11 con la prima apertura in Veneto, a San Giovanni Lupatoto (Verona), e i nostri primi 200 collaboratori in loco, saliti, con l'ultimo opening, a 220. Quest’anno apriremo ancora: stiamo lavorando intensamente, ma non ci siamo dati un limite allo sviluppo. Per il momento rimarremo del Nord Italia.

Il nostro mercato è diverso dagli altri?

Il mercato italiano non presenta, per quanto riguarda gli acquisti, caratteristiche molto differenti, Ma, qui come altrove, c’è un grande entusiasmo da parte della clientela verso la nostra formula che, pur essendo nuova, è stata recepita benissimo. E dico nuova anche perché il settore dei discount non alimentari è, nel nostro Paese, ancora tutto da costruire e di fatto Action ha il vantaggio di essere un pioniere. Ci sono certamente altri specialisti non food, ma il loro assortimento è in prevalenza focalizzato su igiene, bellezza e cura casa.

Avete dei best seller?

In linea generale direi di no. Anche i nostri 14 reparti, più un reparto di articoli stagionali, non dimostrano apprezzabili scostamenti e sono tutti dinamici. Quello che attira l’attenzione sono, naturalmente, le novità. Ricordo che Action introduce 150 nuovi prodotti all’anno, suddivisi in modo armonico nelle molte categorie.

La vostra strategia è improntata alla convenienza. Ma con l’inflazione?

Il cuore della strategia rimane offrire il prezzo più basso in rapporto alla qualità. Questo ci guida anche in un periodo come questo, impattato da difficoltà logistiche, inflazione, tensioni sui consumi. Il nostro modello è semplice ed agile, il che ci permette abbattere i costi. Nonostante piccoli aumenti, riusciamo a mantenere un differenziale rispetto al mercato e alla concorrenza.

Parliamo di location…

Nella scelta dei siti non abbiamo preclusioni: siamo nelle città, siamo nelle periferie, ma anche nelle cittadine di provincia, come dimostrano la decima apertura (a Trescore balneario, Bergamo) e, come le dicevo, l’undicesima. Quello che è importante è trovare una location con un buon traffico, di 1.000-1.200 mq e che permetta di ospitare anche un valido parcheggio. Possiamo aprire sia punti vendita stand alone, sia nei retail park e centri commerciali.

E-commerce e non food: un matrimonio perfetto. È vero anche per Action?

Il binomio non è più nemmeno tanto vero, visto che su Internet si vende ormai di tutto e di più, anche se il non alimentare ha minori complessità. E per questo, nel 2021, abbiamo creato, in Olanda, un progetto pilota, con un sito che offre una selezione di articoli. Action offre beni che hanno, per un 30%, un prezzo inferiore a un euro e per un altro 30% compresi fra uno e due euro. Con questa scala prezzi diventa problematico ammortizzare il costo di consegna: e infatti il nostro sito di vendita online si focalizza su articoli che partono dai 15 euro circa. Certo il nostro sito, in generale e comprendendo tutte le sue varianti locali, vede passare, ogni settimana, 8 milioni di visitatori, i quali consultano il catalogo, per poi recarsi in negozio. Quello che abbiamo constatato, inoltre, è che Action è, per i nostri clienti, un luogo divertente e piacevole, da visitare e vivere, un luogo di scoperta e sorpresa, visto che il nostro assortimento si rinnova sempre. E questi contenuti, immateriali ma fondamentali, sono difficili da riprodurre online.

Fate molta comunicazione?

Decisamente sì. I nostri mezzi di preferiti e più apprezzati sono la campagna promozionale settimanale e, in sinergia, la distribuzione dei volantini, sia cartacei sia digitali. Questi ultimi sono ripresi, insieme ad altri post, sui vari social. E anche qui torna uno dei nostri veri punti di forza: il piacere della scoperta.

Quanto contano i vostri marchi?

Sono importanti. Basti dire che abbiamo 72 marchi propri, divisi in tutte le categorie. Invece i marchi industriali sono 400. Insomma: secondo noi è interessante dare una scelta ampia e lasciare al cliente la libertà di decidere. Per i nostri prodotti a marchio la priorità è la sostenibilità, sia del contenuto, sia delle confezioni, sia dei processi produttivi.

E l’alimentare?

È uno dei nostri 14 reparti e comprende bibite, acque minerali, snack, cioccolato, caramelle… E non escludo che ci saranno altri arrivi.

Avete aperto durante il Covid. Un bel coraggio…

È stata davvero un’esperienza… I negozi erano pronti e intanto c’era tutto il ‘ballo’ dei colori delle varie zone geografiche. Dunque, ogni settimana, attendevamo il bollettino regionale. Ma poi, fortunatamente, tutto è bene ciò che finisce bene…

Cosa succede nella vicina Francia, che di solito riflette molto i trend della nostra Italia?

Si parla spessissimo di ‘cugini francesi’ e in effetti è vero: siamo vicini, siamo simili. Action è arrivata nell’Esagono nel 2012 e festeggiamo i 10 anni, con oltre 700 negozi. Quest’anno la nostra insegna è stata votata come la terza preferita dai francesi e questo dopo essere stata la quinta e poi la quarta. Insomma, la nostra crescita non è solo quantitativa, ma, soprattutto, è una crescita di consenso, di simpatia, di immagine. E questo è quello che conta.

Concludiamo con i risultati finanziari....

Il gruppo ha recentemente annunciato un fatturato consolidato di 6,8 miliardi di euro (+22,7%) nel 2021 e un Ebitda operativo di 828 milioni di euro, in crescita del 36 per cento, Nel primo trimestre del 2022 le vendite nette hanno raggiunto quota 1,8 miliardi di euro, pari a +42% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La crescita è trainata dall’incremento delle vendite periodo su periodo del 27,7%, grazie all’allentamento delle restrizioni per il contenimento della pandemia in tutti i nostri mercati.