La tragica vicenda di Aligrup, la consociata siciliana di gruppo Despar, sembra essere arrivata a una svolta almeno parziale, anche se dopo la prima richiesta di concordato preventivo, scattata lo scorso novembre, permangono molte ombre sul futuro dei lavoratori.

Cominciamo dalle buone notizie. Ieri, come documentano i quotidiani locali, è stata praticamente formalizzata la cessione di 6 strutture al leader nazionale Coop. Lo ha comunicato il commissario giudiziale, Enzo di Cataldo. I negozi interessati sono quelli del centro commerciale Le Zagare, di Bronte (Ct), Modica (Ragusa), Palermo, Zafferana Etnea, San Giovanni la Punta (Ct).

Dal canto suo Conad Sicilia, che già tempo fa aveva acquistato 5 strutture tramite la società Pamara, ne ha fissato la data della riapertura che, alla peggio, dovrebbe essere il 31 maggio prossimo. Si comincerà da Mascali e Randazzo, nel catanese, per poi passare a Pachino (Siracusa) e ai due negozi di Catania città.

Il tutto viene dopo le acquisizioni operate dai gruppi Arena (5 acquisti), Re Leone Supermercati (4 pdv), Pamara, come appena detto, e Ergon, che dovrebbero portare a un introito di 9,5 milioni dovuti a saldo.

Insomma, come da copione, si procede con lo “spezzatino”, soluzione che delinea finalmente un abbozzo di futuro.

Rimane il fatto, che nonostante l’impegno di tutti, sia dei compratori, sia del Commissario giudiziale, sia dei sindacati, non si raggiungerà che un obiettivo molto parziale, all’insegna del “salviamo il salvabile”, che è francamente la sola strada percorribile.

Purtroppo non verrà recuperata nemmeno la metà dei 1.660 lavoratori a rischio, mentre per gli altri si delineano due ipotesi: la Cigs (1.256 persone) oppure, più ottimisticamente, la ricollocazione in nuove o altre attività distributive. I titoli preferenziali in questo caso risiedono nella solida esperienza già maturata e in alcuni ammortizzatori sociali, come gli sgravi contributivi.

Intanto il processo di appello contro il patron di Aligrup Sebastiano Scuto, accusato di associazione mafiosa, si avvia alla conclusione, prevista per il 18 aprile. Il 29 gennaio il Pubblico Ministero aveva richiesto una condanna a 12 anni e 6 mesi.