Il codice a barre compie 40 anni domani, 3 aprile. Adottato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1973 e inventato dall’ente mondiale GS1, è diventato ormai uno standard irrinunciabile per la l’identificazione delle merci. L’arrivo in Italia risale a qualche anno dopo, ossia al 1977-1978, quando ormai è già in uso presso moltissime aziende a livello mondiale.

Oggi, ogni giorno nel mondo, gli scanner dei negozi leggono più di 5 miliardi di codici a barre GS1.  Sul sito Tendenzeoline.info, giornale telematico di GS1-Indicod-Ecr si legge quanto ha dichiarato Miguel Lopera, presidente e CEO di GS1. «GS1 ha rivestito un ruolo di primo piano nella definizione dello scenario del mercato mondiale durante questi ultimi 40 anni, grazie ai suoi leader visionari che hanno riconosciuto l’enorme potenziale della collaborazione nel settore degli standard, reso possibile dal codice a barre per l’intera supply chain».

Lo studio francese “17 miliardi di motivi per dire grazie” condotto da Vineet Garg, Charles Johnes e Christopher Sheedy ha rivelato che i codici a barre producono un risparmio annuale pari al 6,59% del fatturato. Ma sono molti gli aspetti interessanti che riguardano i codici a barre. Ad esempio: il codice a barre GS1 non contiene il prezzo del prodotto, le linee e le barre identificano solamente l’oggetto e forniscono informazioni come il paese d’origine, il numero di lotto, il numero seriale e la data di scadenza; è statisticamente dimostrato che la digitazione manuale produce un errore ogni 300 battute: invece, la probabilità di errore nella lettura a scanner di un codice a barre si colloca tra 1 su un milione e 1 su 4000 miliardi; gli scanner laser per la lettura di codici a barre operano a una velocità fra le 40 e le 200 scansioni al secondo.

E la marcia trionfale del codice, con la moderna evoluzione della telefonia, sembra ancora agli inizi: è stato introdotto, non ancora su larghissima scala e per ora usato da “appena” 5 milioni di persone, il Qr, un segno grafico che, letto da uno smartphone, permette di avere un quantitativo a dir poco industriale di informazioni utili sul prodotto e sul produttore: sito Internet, contatti utili come il numero di telefono e via dicendo.