Il recente impennarsi della domanda di prodotti alimentari di base – dal latte ai farinacei – derivante dal miglioramento del tenore di vita in paesi popolosi come Cina e India ha posto l’Europa di fronte al dilemma di rivedere i fondamentali di una politica agroalimentare finora tesa al contenimento piuttosto che all’espansione delle quantità prodotte.

La relativa carenza di offerta comporta l’effetto del surriscaldamento dei prezzi, nella fattispecie prima delle materie prime, a medio termine dei prodotti finiti, al consumo.

Il Rapporto “Consumi e distribuzione”, redatto dall’ufficio studi di Coop-Ancc, evidenzia un incremento dei prezzi dei prodotti alimentari intorno al 2%, nell’ultimo trimestre, con una proiezione su base annua che a fine 2007 si attesta intorno al 3%.

«La continua richiesta di aumenti dei listini derivante dall’aumento dei costi delle materie prime impatterà ancora di più nell’arco del 2008 – ha affermato Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia -. Se non verranno prese misure strutturali, analizzando le richieste di aumenti ricevute, si può affermare che nel prossimo anno i prezzi dei prodotti alimentari potrebbero arrivare a crescere del 5,2%».

Lo scenario fotografato dallo studio mette a fuoco una situazione “paradossale” (come ha sottolineato il presidente di Ancc, Aldo Soldi): da un lato una ripresa economica lenta ma effettiva, dall’altro la mancata percezione, da parte delle famiglie (il cui reddito reale si attesta sui livelli del 1991), della positività di questa dinamica.

«Il senso di povertà latente, percepito da una parte dei consumatori, non può venire liquidato con semplici messaggi di ottimismo – ha ribadito Soldi -. Bisogna ascoltarlo e farsene carico. Auspico che i benefici della ripresa vengano finalizzati all’eliminazione del disagio (l’Italia detiene il primato europeo del senso di esclusione sociale) attivando una serie di misure strutturali. E’ fondamentale impegnarsi per creare un clima di fiducia nel paese: le imprese dovrebbero cominciare a pensare sia a sé, sia alla nazione».

Rilanciando il blocco dei prezzi dei prodotti a marchio, Coop ha rinnovato l’impegno, che risale a tempi non sospetti, al contenimento dei prezzi, oltre a ribadire quello relativo allo sviluppo di posti di lavoro (in particolare nel Sud Italia), alla difesa dei prodotti italiani e alla responsabilità sociale delle imprese.

Il paventato aumento dei prezzi nel 2008, anche se verrà calmierato dalle iniziative dei grandi player distributivi, rischia di rinforzare ulteriormente il fenomeno dell’allargamento della forbice esistente tra i primi due decili degli altospendenti e gli ultimi, di chi affronta quotidianamente il problema di un budget insufficiente.