La Commissione europea il 28 febbraio ha annunciato il deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia. Sono dieci anni che la Ue chiede all’Italia di adeguarsi alle norme comunitarie ovvero ad una regolamentazione delle pompe di benzina che garantisca il rispetto dei principi della libera concorrenza.

La Commissione ha concesso a Roma altri quattro mesi prima di aprire il procedimento, e l’Italia deve trovare una soluzione. Bruxelles ha detto: “Le disposizioni italiane sono in contrasto con l’articolo 43 del trattato istituito dalla comunità europea, che prevede la libertà di stabilimento all’interno dell’Ue. Le norme in questione impongono una serie di restrizioni che rendono impossibile, o perlomeno estremamente difficile, l’ingresso sul mercato italiano di nuovi concorrenti”.

Un tentativo di adeguare la situazione italiana a quella europea era già stato fatto nel 1998 dal governo Prodi con un decreto legislativo. Nel 2001 ci aveva riprovato Massimo D’Alema, ma senza risolvere la questione centrale: la riforma del titolo V della Costituzione ha consegnato alle regioni la competenza su queste materie. E le regioni hanno legiferato mantenendo, o incrementando, i paletti che adesso l’Ue chiede di rimuovere. Anche la “lenzuolata” Bersani sulle liberalizzazioni non ha modificato la situazione. Il mondo della Gdo nel frattempo vorrebbe adeguarsi alle logiche di offerta già attuali negli altri Paesi dell’Unione.

“Abbiamo presentato una trentina di richieste di nuovi impianti” racconta Camillo De Berardinis, amministratore delegato del Conad Nazionale, uno dei gruppi della grande distribuzione che ha presentato ricorso e ha contribuito al deferimento dell’Italia, “anche se sappiamo che ci sono regioni in cui la normativa è così restrittiva che difficilmente avremo l’autorizzazione. Però andiamo avanti”. Sperano che la presa di posizione di Bruxelles induca le regioni a modificare l’atteggiamento.

“Certo non saranno i nostri punti vendita a rivoluzionare il sistema, ma dove siamo riusciti ad aprire i concorrenti hanno abbassato i prezzi” sostiene De Berardinis. Si è verificato con i farmaci da banco: l’introduzione della concorrenza porta un risparmio al consumatore. Queste limitazioni, secondo la grande distribuzione, pesano in Italia più che in altri paesi europei: incidono per 13,2 centesimi di euro, conto i 7,7 in Germania e gli 8,8 in Gran Bretagna, per esempio. Su 49 miliardi di litri di carburante consumato all’anno, con un taglio di 3-4 centesimi alla pompa si avrebbe un risparmio complessivo fra 1,8 e 2,4 miliardi.

Andrea Meneghini