Che la causa sia più da ricercare nel diffondersi della pirateria o più nella crisi dei consumi, è difficile da dirsi. Quel che è certo è che il business dell’home video in Italia nel 2007 ha subìto una secca battuta d’arresto. A rendere noti andamento e numeri generali del settore ci ha pensato Univideo, l’associazione che raggruppa le principali imprese del comparto, attraverso il rapporto presentato pochi giorni fa in occasione dell’assemblea annuale.

Dallo studio emerge che a soffrire di più è il segmento del videonoleggio, secondo per importanza dopo quello della vendita, il quale si ritaglia un’incidenza a valore di oltre un quinto su un giro d’affari complessivo di 998 milioni di euro, in calo del 3,7%. Il noleggio di dvd, infatti, ha accusato un pesante -20%, a fronte di un trend positivo degli acquisti di dvd in edicola (+1,8%, a 307 milioni di euro) e di quelli acquistati in altri canali (2,2%, a 407 milioni di euro).

La riflessione generale che si può fare su questo mercato si focalizza sostanzialmente su due punti. Il primo: calo o no del potere d’acquisto, pirateria, download illegale o vendita di dvd contraffatti, c’è sempre un consistente numero di consumatori disposti ad acquistare e a noleggiare film e altro. A dimostrazione del fatto che la ricerca di svago e intrattenimento non è certo in crisi. Certo è che se i costi unitari di questi prodotti diminuissero un po’ non sarebbe male. L’acquisto di un dvd a 20 euro o più non è proprio alla portata di tutti. E anche il noleggio di un film novità in una catena come Blockbuster (mediamente a 5 euro per un paio di serate) è francamente un po’ caruccio. Se a ciò si aggiunge la sempre più serrata concorrenza del canale pay per view, si capisce come l’industria dell’entertainment debba iniziare seriamente a fare i conti con nuove strategie competitive e a definire politiche distributive e soprattutto di prezzo più efficaci.