Dallo studio emerge che a soffrire di più è il segmento del videonoleggio, secondo per importanza dopo quello della vendita, il quale si ritaglia un’incidenza a valore di oltre un quinto su un giro d’affari complessivo di 998 milioni di euro, in calo del 3,7%. Il noleggio di dvd, infatti, ha accusato un pesante -20%, a fronte di un trend positivo degli acquisti di dvd in edicola (+1,8%, a 307 milioni di euro) e di quelli acquistati in altri canali (2,2%, a 407 milioni di euro).
La riflessione generale che si può fare su questo mercato si focalizza sostanzialmente su due punti. Il primo: calo o no del potere d’acquisto, pirateria, download illegale o vendita di dvd contraffatti, c’è sempre un consistente numero di consumatori disposti ad acquistare e a noleggiare film e altro. A dimostrazione del fatto che la ricerca di svago e intrattenimento non è certo in crisi. Certo è che se i costi unitari di questi prodotti diminuissero un po’ non sarebbe male. L’acquisto di un dvd a 20 euro o più non è proprio alla portata di tutti. E anche il noleggio di un film novità in una catena come Blockbuster (mediamente a 5 euro per un paio di serate) è francamente un po’ caruccio. Se a ciò si aggiunge la sempre più serrata concorrenza del canale pay per view, si capisce come l’industria dell’entertainment debba iniziare seriamente a fare i conti con nuove strategie competitive e a definire politiche distributive e soprattutto di prezzo più efficaci.