Il food&grocery registra una delle più alte frequenze di acquisto online - circa 7 volte in un anno -, soprattutto grazie alla diffusione del cibo a domicilio: negli ultimi 12 mesi un terzo degli italiani che comprano su Internet ha acquistato alimentari e bevande. Il 72% degli ordini food con consegna in un giorno è rappresentato, appunto, dal pasto. Le recensioni web sono la fonte principale di ispirazione per gli utenti del food delivery (30,3%), seguite dai siti degli operatori (25,5%) e dai marketplace (24,8%).

E nel mondo? Il mercato dell’e-commerce alimentare vale 58 miliardi di euro (14,9 miliardi in Europa e 1,6 in Italia) e conta 1,5 miliardi di clienti, cioè i due terzi degli acquirenti globali del canale.

Nel nostro Continente ci sono ben 167 milioni di compratori digitali di alimentare: nella Penisola sono 9 milioni, contro i 19 del Regno Unito, i 18 della Germania, i 13,5 della Francia e i 10 della Spagna.

Questi i dati salienti presentati in occasione della terza edizione di Netcomm Focus Food, appuntamento chiave sull’evoluzione digitale del food&grocery, promosso da Netcomm in collaborazione con Tuttofood.

“Stiamo osservando un cambiamento delle modalità di accesso ai prodotti alimentari, che non avviene solo online, ma con tutti i metodi di consegna innovativi, come il clicca e ritira o il drive, e con soluzioni sempre più semplici, come l’abbonamento, o la disponibilità di liste della spesa preimpostate. Anche in questo caso, la personalizzazione è il segreto dello sviluppo. Basti pensare ai meal-kit, che consentono di ricevere un pacco con tutti gli ingredienti necessari per realizzare una cena a casa: un servizio che va oltre la mera consegna e che aggiunge un forte elemento esperienziale - commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm -. L’esperienzialità diventa così un fattore importante che gli operatori del digitale devono sfruttare, semplificando il cosiddetto food journey, che oggi è molto articolato in ogni sua fase: dalla selezione all’ordine, al pagamento, alla consegna. Le modalità di scelta dei beni sono diverse rispetto a quelle adottate davanti a uno scaffale e gli ordini sono complessi, lunghi e spesso effettuati in mobilità. I servizi di consegna e di pagamento, ancora in divenire, sono alcuni degli elementi che le aziende devono semplificare”.

Come ha fatto notare Roberta Lombardo, client partner consumer & retail, insights division di Kantar, “per il consumatore sicuramente il grocery è la categoria più complessa da affrontare in ambito e-commerce. L’attuale esperienza non è delle più gratificanti e, soprattutto, richiede un dispendio di energie ancora ampiamente superiore rispetto alla conoscenza e facilità di navigazione costruita, nel tempo, presso il proprio supermercato di fiducia”. L’acquisto digitale, infatti, passa per un numero doppio di touchpoint, un elemento che innalza i livelli di abbandono del carrello.

Difficoltà a parte la crescita degli acquisti alimentari online è comunque inarrestabile anche in Italia, dove il settore esprime un incremento del 42% rispetto allo scorso anno, qualificandosi come il comparto e-commerce a più alto sviluppo nel 2019 rispetto al +15% del mercato. Tuttavia, nonostante il suo dinamismo, il food&grocery online ha un’incidenza ancora marginale nel nostro Paese, pari al 5% del commercio elettronico B2C (31,6 miliardi di euro totali). La penetrazione supera di poco l’1%, cioè un sesto di quella media dei prodotti venduti nel mondo digitale.

Food delivery: la rincorsa è dovuta alla crescita della copertura dei centri di dimensioni medio-grandi. In questi anni gli operatori hanno investito molto per attivare il servizio in nuove città, per aumentare l’offerta disponibile e per raggiungere il 93% delle città italiane con popolazione superiore ai 50.000 abitanti (74% nel 2017). Così oggi circa un abitante su due (47%) può ordinare online piatti pronti (nel 2017 il servizio era accessibile solo a un terzo della popolazione).

“Quando si parla di digital food in Italia si fa riferimento a un settore ancora di nicchia, con un peso, sul totale retail, ancora marginale – continua Liscia -. E tuttavia, come si è visto, il mercato è in profonda trasformazione, guidato dall’evoluzione del rapporto che i consumatori hanno con il cibo e dalla loro esigenza di acquistare prodotti specifici, dettati dalle nuove scelte alimentari, spesso orientate verso il made in Italy, ma anche guidate dalla necessità di ricevere informazioni e contenuti dettagliati. Il digitale permette di sperimentare nuovi modelli di business e la sua evoluzione nel food è appena iniziata”.