Biofach 2016 – la maggiore fiera internazionale degli alimenti organici che si è chiusa giovedì 18 febbraio a Norimberga – ha confermato la rincorsa del mercato globale del biologico, che ha archiviato il 2013 (ultimo dato disponibile) con vendite pari a 72 miliardi di dollari (65 miliardi di euro). “Dal 1999 il comparto è fortemente positivo – spiega Amarjit Sahota di Organic Monitor Agency di Londra –. Se allora gli acquisti erano pari a 15 milioni di Usd, le nostre stime 2014 parlano di 80 miliardi”. Come dire una crescita cumulata superiore al 430%, con un tasso medio annuo di 29 punti.

E anche in Italia è boom. Nell’ultimo “Rapporto Coop. Consumi e distribuzione” si legge che, fra i trend guida, campeggia appunto il bio, con un valore al dettaglio di 2,5 miliardi di euro, una quota del 2,5% dell’assortimento food (6 volte di più del Duemila) e una crescita del 20 per cento. Super e iper contribuiscono al valore del comparto per 800 milioni e hanno visto aumentare del 13% le referenze bio.

Se è vero che, con 1 miliardo di ricavi, i 1.400 negozi specializzati della Penisola fanno la parte del leone, è altrettanto vero che la Gdo trova, nella private label, un elemento forte per arricchire il reparto. Non che nelle maggiori catene specializzate il marchio d’insegna sia assente, ma esso non ha il peso raggiunto nel moderno.

A gennaio, in occasione di Marca by Bolognafiere 2016, la rassegna dedicata alle MDD, i riflettori si sono accesi proprio sul rapporto tre le Pl e i più recenti stili alimentari. Nel 2015, sul largo consumo confezionato, la MDD ha raggiunto il 18,3% di quota, in linea con il trend dello scorso anno. Se si analizzano i segmenti, emerge – secondo il 12° ‘Rapporto Marca’ - che i prodotti "Premium" e "Bio", a maggior valore, hanno registrato una variazione molto significativa: con vendite a valore per i "Premium" in salita del 13,1% e per i "Bio" dell’11.

La lunga premessa giustifica, se ce ne fosse bisogno, i 3 annunci che, la scorsa settimana, hanno visto protagonisti gli alimenti biologici e la grande distribuzione, ribadendo l’interesse suscitato da quest’area di affari.

Gruppo Pam (647 punti di vendita, considerando tutte le insegne, e 2,4 miliardi di fatturato) ha tenuto a battesimo, all'interno dell'ipermercato Panorama di Lunghezza (Roma), il suo primo “Bio Shop”, un negozio esclusivamente dedicato ai prodotti bio e naturali. Il corner, molto curato sotto il profilo architettonico, rappresenta il primo progetto di "shop in the shop" - circa 100 mq - presidiato da personale specializzato, al cui interno si possono trovare circa 1.400 referenze per gli amanti del mondo bio e salutistico. L’offerta è vasta: carne, pesce, affettati, gastronomia, formaggi e derivati, bevande, snack dolci e salati, prodotti da forno, condimenti, pasta, riso, ma anche cosmesi naturale, prodotti per animali, referenze per l’igiene casa e molti altri.

Crai, oltre 3.000 Pdv per circa 5 miliardi di vendite, ha presentato, il 16 febbraio, la nuova linea CRAI Bio: più di 60 item fra grocery, prodotti secchi, ortofrutta e quarta gamma. “La linea sarà tra i protagonisti degli obiettivi di crescita 2016, nello sviluppo delle vendite e della quota della marca privata - spiega Mario La Viola, direttore marketing, format, rete e sviluppo di Crai –. Il packaging ha un’immagine fortemente evocativa, rassicurante e cromaticamente di impatto, con l’obiettivo di colpire e farsi scegliere”.

Anche MD Spa, il secondo discounter della Penisola con 725 negozi, un fatturato consolidato (2013) di 2 miliardi e un piano industriale che porterà il gruppo a 3 miliardi, ha presentato la propria linea “Bio”. La gamma è molto varia: dai condimenti, come l’olio extra vergine di oliva, ai prodotti freschi, come le uova. E poi pasta e prodotti da forno, nettari e succhi di frutta, latte intero microfiltrato e yogurt. L’intero paniere è sottoposta a continui controlli da parte di enti di certificazione, come Icea, Ccpb, Bios e Bioagricert.