di Luca Salomone

Negli ultimi anni sono stati in molti a dubitare della capacità del negozio di rispondere alla diffusione dell’e-commerce, di resistere alla sua concorrenza, ma anche di trovare un modo per coniugare fisico e digitale nel medesimo contesto.

Quote online e quote offline

“Oggi a due anni dalla pandemia, possiamo osservare, invece, un nuovo dinamismo nel mondo del commercio, rafforzato proprio dalle risorse e dalle opportunità offerte da Internet”: lo afferma Cbre nell’indagine Italy retail occupier sentiment survey 2023.

Emerge, intanto, che il punto vendita reale continuerà a guidare gli incassi. Il 69% degli intervistati considera il proprio esercizio più produttivo rispetto al canale online e capace di raggiungere un pubblico più ampio, ma questo anche grazie alla presenza sulla rete.

Oltre il 64% dei soggetti dichiara di avere un buon obiettivo di fatturato per i prossimi tre anni, ma per meno di uno su tre la quota realizzata dal digitale supererà il 10% dei ricavi, mentre solo 13% riscontra percentuali dal 20 in su.

La soluzione della dicotomia fisico-digitale è stata rilevata, del resto, da un’altra recente indagine, sempre di Cbre, e dalla quale risulta che più del 90% dei nostri consumatori pensa di avere un approccio multicanale nei propri stili di acquisto. Indispensabile dunque accontentarli.

Fortissimamente prime

Dal punto di vista immobiliare si nota che la domanda di spazi per negozi fisici cresce, ma rimane selettiva, anche se ben l’87% dei retailer, in questo momento, è alla ricerca di nuovi locali per ampliare la propria rete.

Le strategie di espansione continuano a privilegiare le ubicazioni più qualificate, come i grandi centri commerciali, o le high street. Da qui un aumento dei canoni di locazione, canoni che, però, gli occupanti saranno disposti a pagare solo se finanziariamente sostenibili, dato un clima pur sempre contrassegnato dall’inflazione e dall'aumento dei costi energetici. È una tensione che porta i retailer a chiedere incentivi, soprattutto sotto forma di periodi di affitto gratuiti, o a prezzi molto ridotti.

L’integrazione digitale, inoltre, porta la maggior parte degli intervistati a scegliere immobili più ampi, che possano anche ospitare aree nelle quali gestire la preparazione e il ritiro degli acquisti online, mentre la ristorazione considera rilevanti i dehors.

Emerge, infine, una considerevole richiesta, 77% dei rispondenti, di strutture in grado di assicurare il rispetto dei criteri ambientali, con particolare attenzione per l’efficienza energetica e questo sia per i negozi, sia per i magazzini e i centri distributivi.

La metodologia

L’indagine è stata condotta in aprile-maggio 2023 su un campione di 57 aziende, variegato per rappresentanza, settore di appartenenza e dimensioni, e ha coinvolto un importante numero di grandi gruppi, nazionali e internazionali.